La normativa disciplinante la Protezione Civile nel definire sia le organizzazioni di volontariato che le modalità di impiego e di finanziamento, non entra nel merito delle attività pratiche che il volontariato di Protezione Civile è legittimato a svolgere.
Anzi, a quanto è dato sapere, le autorità di Protezione Civile hanno sempre e soltanto emanato disposizioni su ciò che non rientra nei compiti del volontariato.
L’esperienza ultra ventennale originata da un costante contatto con il volontariato organizzato portano a dare indicazioni che possano, all’occorrenza, risultare utili per una corretta modalità di impiego del volontariato di Protezione Civile.
Innanzitutto il volontario deve salvaguardare la propria incolumità attraverso l’utilizzo di idonei dispositivi di protezione individuale, quali abbigliamento tecnico ad alta visibilità a norma, guanti, mascherine, occhiali, elmetti, scarpe con puntale in acciaio (e quant’altro possa essere utile in armonia con il dlgs), tenendo costantemente presente che:
° non si può intraprendere un’azione di soccorso quando questa potrebbe mettere a repentaglio la vita del soccorritore medesimo;
° non ci si deve sostituire a chi per lavoro è preposto professionalmente ad affrontare determinate tipologie di eventi e situazioni (i volontari sono unicamente di supporto e/o ausilio);
° è essenziale attenersi scrupolosamente alle disposizioni delle autorità che coordinano gli interventi.
Sulla base delle molteplici attività svolte normalmente da un’organizzazione di volontariato di Protezione Civile, si è ritenuto distinguere gli interventi in due tipologie:
° Ordinari: eventi non rientranti nelle specifiche attività di Protezione Civile, ma previsti di norma negli statuti delle organizzazioni quali, ad esempio, attività di ausilio e coordinamento a piccole manifestazioni sportive e socio culturali o attività di salvaguardia del patrimonio ambientale.
° Protezione Civile: esercitazioni, prove di evacuazione di plessi scolastici, eventi naturali geologici (terremoti, bradisismi, eruzioni vulcaniche), metereologici (piogge intense, siccità, trombe d’aria, neve, nebbia, ghiaccio ,grandine), idrogeologici (alluvioni, esondazioni, frane,valanghe, ecc.) e antropici quali incidenti rilevanti in attività industriali (incendio, esplosione, rilascio sostanza inquinante e/o tossica), incidenti in attività nucleari, incidenti nei trasporti (aerei, ferroviari, stradali, diffusione di sostanza tossica o inquinante), collasso sistemi tecnologici (black out elettrico, interruzione rifornimento idrico, interruzione condotte gas, ecc.), incendi (boschivi, urbani, industriali, ecc.), vari (dispersi, crolli di edifici, grandi eventi, trasferimento e brillamento di vecchi ordigni bellici, attentati terroristici).
Tra i compiti in attività ordinarie: chiusura di strade solo in presenza di ordinanza dell’ente proprietario della strada e di adeguata segnaletica (transenne, segnali stradali idonei).
Intervento di “invito” al cittadino a non oltrepassare il divieto evitando qualsiasi forma di contrasto, stretto contatto con le autorità preposte per gli eventuali provvedimenti sanzionatori.
In questo contesto si ritiene utile ricordare che l’uso di palette segnaletiche è riservato esclusivamente agli organi di polizia stradale espressamente indicati nel vigente CdS (in alternativa potrà essere utilizzata l’apposita paletta per transito alternato da movieri o bandierine arancioni per segnalare una situazione di pericolo, avendo cura di tenersi rigorosamente ai margini della carreggiata per salvaguardare la propria incolumità).
° Competenze di protezione civile nelle fasi di prevenzione e autoprotezione:
^ ruolo informativo di raccordo tra la cultura tecnica condivisa solo dagli esperti e la gente che concretamente si trova a contatto con situazione a rischio;
^ funzione educativa complementare alla precedente. L’esatta conoscenza favorisce la corretta collocazione dei problemi in un quadro più ampio;
^ attività di stimolo verso le istituzioni raccogliendo le istanze della gente con possibilità di realizzazione di procedure “sul campo” se contrastanti;
^ attività di monitoraggio e supporto alle autorità preposte nelle fasi di preallarme.
Il risultato delle predette attività consentirà la corretta diffusione delle informazioni, un costante controllo dell’ambiente che ci circonda, la corretta identificazione dei rischi, la corretta considerazione del territorio quale bene comune, favorendo nel contempo la soluzione di problemi anche in altri ambiti, rafforzando la coesione comunitaria.
° Competenze nella fase di soccorso: il volontariato di protezione civile può intervenire nel settore logistico rispettando le competenze degli organi pubblici (Vigili del fuoco, soldati, Forze di Polizia dello Stato e locale, ecc.), ma anche stimolandoli ad un’azione più puntuale, senza porsi in conflitto. Ad esempio:
^ coadiuverà l’allestimento di alloggi di emergenza, mantenendo la comunità unita evitando smembramenti;
^ non trascurerà l’allestimenti dei servizi igienici;
^ sistemerà campi e bestiame;
^ dovrà essere in grado di sostenere mense da campo;
^ garantirà la corretta distribuzione di generi di necessità quali alimenti, farmaci, ecc.;
^ assicurerà le comunicazioni e il contatto con gli organi operativi;
^ collegamento ed accompagnamento di colonne mobili
^ smistamento delle notizie.
Il volontariato interviene supportando la rassicurazione della popolazione colpita dall’evento attraverso una costante presenza sul territorio di operatori volontari di protezione civile e integrandosi nel tessuto sociale di riferimento.
Esempi di azioni:
^ offrire punti di incontro;
^ opera di capillare diffusione di informazioni;
^ socializzazione ed attività di animazione con i ragazzi;
^ vicinanza agli emarginati e a chi ha perso tutto e tutti a causa dell’evento;
^ stimolo alla normale ripresa delle attività lavorative.
Si conferma con assoluta convinzione che il volontariato non può e non deve essere equiparato in alcun modo ad un’attività lavorativa sia per la totale assenza di retribuzione dell’attività prestata che, soprattutto, per la tipologia della prestazione che deve, comunque, limitarsi ad un’attività di supporto e ausilio, finalizzata cioè alla totale riduzione del rischio.
(articolo di M. Sticozzo funzionario di Polizia locale - tratto da “la Protezione Civile Italiana” n°1/2009 mensile di informazione e studi)